Durante la pandemia di covid-19 c’è stato un aumento del 30% di disturbi alimentari
L’obesità è una malattia caratterizzata da un accumulo patologico di grasso corporeo con conseguenze anche importanti per lo stato di salute e per la qualità di vita. Se già prima dell’inizio della pandemia da Covid-19 i dati relativi al tasso di obesità a livello mondiale non erano confortanti, i dati salienti relativi alla situazione attuale sono invece assai preoccupanti, di fatti secondo i dati riportati dal centro Auxologico di Milano nella pubblicazione dello scorso luglio nella nona edizione del ‘’nuovo Rapporto sull’obesità in Italia’’, è stato stimato un incremento di almeno il 30% dei disturbi alimentari, tra cui l’obesità.
Chi è in sovrappeso rischia di più
E’ un dato ufficiale come in questo periodo di pandemia da Covid-19, l’obesità sia stata classificata come fattore predominante del rischio di ospedalizzazione con conseguente pericolo di essere sottoposti a terapia intensiva e relativo aumento del tasso di mortalità.
I bambini in sovrappeso, futuri obesi
Ancor più preoccupante è l’incremento del tasso di obesità in età giovanile (bambini ed adolescenti), che vanno incontro fin dall’età infantile a problemi articolari, ridotta mobilità, difficoltà respiratorie, disturbi dell’apparato digerente e disturbi psicologici, senza contare che spesso, chi è obeso in età infantile lo sarà anche da adulto, con conseguente pericolo di sviluppare precocemente seri fattori di rischio per la salute.
L’obesità fa numeri da epidemia
La comunità medico-scientifica internazionale è ormai unanimemente concorde nel riconoscere l’obesità come una vera malattia cronica considerandola una delle principali problematiche di salute pubblica nel mondo a livello di una vera e propria epidemia globale, in grado di influire negativamente sullo stato di salute e aumentando il rischio di sviluppare altre malattie, peggiorando la qualità di vita della persona.
Come si fa a capire se si è in sovrappeso?
Nel corso degli anni la determinazione dello stato di obesità patologico ha suscitato enorme interesse, determinando un’evoluzione ed aggiornamento delle tecniche volte alla sua determinazione. La valutazione viene effettuata attraverso uno studio accurato della composizione corporea della persona, necessaria per definire lo stato di nutrizione e stimare i potenziali rischi per la salute. La valutazione mette insieme analisi antropometriche ed analisi strumentali. La valutazione più semplice rimane quella della determinazione dell’indice di massa corporeo (Body Mass Index o BMI), determinato tramite la relazione tra il peso e l’altezza dell’individuo (ricavata dividendo il peso in kg per il quadrato dell’altezza espressa in metri).

Accanto a questa è necessaria un’analisi obbiettiva della persona (misure antropometriche), legata allo studio della distribuzione e quantificazione del grasso corporeo spesso valutata tramite la misurazione delle circonferenze corporee e delle pliche corporee in punti specifici del corpo. Tra le tecniche strumentali più comuni per lo studio della composizione corporea, viene utilizzata la bioimpedenziometria oppure Dual Energy X-Ray Absorptiometry (DEXA) o la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) e Tomografia Computerizzata (TC). Le tecniche obbiettive sono fondamentali perché il punto cruciale dell’analisi della composizione corporea, non è solo quello di classificare un soggetto in relazione al suo peso, ma è quello di studiare e quantificare il tessuto adiposo dello stesso e valutarne la distribuzione. Di fatti il reale problema non è quello del elevato peso misurato sulla bilancia ma del quantitativo di tessuto adiposo elevato rispetto alla normalità e alla zona di stoccaggio.

L’accumulo di tessuto adiposo più pericoloso è quello ‘’centrale’’ ovvero quello viscerale, che predispone a tutta una serie di fattori di rischio tra cui l’infarto. Le cause principali che portano all’obesità sono un’alimentazione ipercalorica e la sedentarietà, che originano uno squilibrio tra le calorie assunte e quelle calorie bruciate. Esistono altre cause, spesso correlate tra loro, che possono portare all’insorgenza dell’obesità tra cui, predisposizioni genetiche; iper-alimentazione durante la gravidanza; stile di vita familiare (spesso abitudini alimentari sbagliate nascono dal contesto familiare, di fatti un bambino abituato sin da piccolo ad assumere grandi quantitativi calorici quotidianamente, ha maggiori probabilità di diventare obeso rispetto a un bambino cresciuto in una famiglia con una corretta educazione alimentare); disturbi del sonno; fattori socio-economici; fattori patologici; fattori psicologici; assunzione di determinati farmaci.
Il sovrappeso apre le porte ad altre patologie
L’obesità ed il sovrappeso sono ormai universalmente riconosciute come fattori di rischio per le principali malattie croniche associate a morte prematura ed hanno un forte impatto sul deterioramento della qualità di vita dell’individuo, spesso legate all’impossibilità di compiere movimenti a causa del peso eccessivo che grava sulle articolazioni, depressione, vergogna ed isolamento sociale a causa della non accettazione del proprio corpo. Oltre a questi aspetti, l’obesità predispone a tutta una serie di fattori patologici come: diabete, insulino-resistenza, ipertensione, ipercolesterolemia, tumori, infarti, sindrome metabolica, ipertrigliceridemia, steatosi epatica, steatosi epatica non alcolica, apnee notturne, alterazioni ormonale e della sfera sessuale.
L’importanza dell’educazione alimentare sin da bambini
L’educazione alimentare e la promozione di un corretto stile di vita rappresentano l’unica arma per la prevenzione dell’obesità e dal sovrappeso. I percorsi di educazione alimentare dovrebbero essere intrapresi già a partire dalle donne in gravidanza, per poi proseguire nel periodo dell’infanzia e della pubertà, attraverso percorsi alimentari regolati da figure professionali come quelle dei nutrizionisti. Nei soggetti obesi, il trattamento d’elezione principale deve sempre essere quello dietologico, con una personalizzazione di piani alimentari specifici, in relazione alle diverse problematiche.
Nel caso in cui un regime alimentare corretto ed adeguato insieme ad una costante attività fisica non siano sufficienti, l’obesità grave può anche essere trattata attraverso ricoveri in strutture specializzate oppure attraverso interventi di chirurgia bariatrica come nel caso del bendaggio gastrico regolabile, la gastrectomia verticale o il By-pass gastrico con successivo regime alimentare personalizzato alle esigenze specifiche.